martedì 22 gennaio 2013

Il male oscuro




Che cos’è la Depressione Maggiore?




La Depressione Maggiore, a differenza di una normale sensazione di tristezza o di un transitorio stato di cattivo umore, possiede caratteristiche di persistenza
che possono interferire pesantemente sul modo di pensare di un individuo, sul comportamento, l’umore, l’attività ed il suo benessere fisico.Cerchiamo di capirne insieme i fattori scatenanti e i possibili rimedi.



Quali sono i sintomi della depressione maggiore?




  • Un persistente umore triste o irritabile
  • Importanti variazioni nelle abitudini del dormire, appetito e del movimento
  • Difficoltà nel pensare, della concentrazione, e della memoria
  • Lentezza dei movimenti o agitazione
  • Mancanza di interesse o piacere nelle attività che invece prima interessavano
  • Sensazione di colpevolezza, di inutilità, mancanza di speranze e senso di vuoto
  • Pensieri ricorrenti di morte o di suicidio
  • Sintomi fisici persistenti che non rispondono alle cure come mal di testa, problemi di digestione, dolori persistenti. 
  • Quando si manifestano contemporaneamente più di uno di questi sintomi, durano più di due settimane e interferiscono con la normale attività si dovrà ricorrere alle cure del medico specialista.





Quanto è diffusa la Depressione?

La Depressione Maggiore continua ad essere la malattia mentale più diffusa e in continua crescita (World Health Organization, 1999); secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità nell'anno 2020 la depressione sarà la seconda causa di malattia dopo i disturbi cardiovascolari.  La depressione è un grave disturbo che colpisce ogni anno circa il 5 % della popolazione adulta. La depressione e la distimia sono maggiormente presenti nelle donne in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini, ma solo dopo l'età puberale. Il tasso di prevalenza del disturbo depressivo maggiore in età prescolare è attorno allo 0,3% , valore che tende a salire con l'età, arrivando al 2-3% in età scolare e al 6-8% in età adolescenziale. 
Dai dati raccolti dalla World Health Organization (1999) risulta anche una sostanziale continuità della depressione lungo l'intero arco di vita; infatti circa l'80% dei bambini con disturbo depressivo tende a presentare la stessa patologia anche in età adulta, oltre al fatto che un disturbo depressivo precoce possa rappresentare un fattore di rischio per la comparsa di patologie come il disturbo bipolare o l'abuso di sostanze.





Quali sono i fattori scatenanti la Depressione?

Tra i fattori che possono contribuire nell'insorgere della depressione possiamo citare la morte della persona amata, una perdita o un cambiamento di particolare importanza (separazione, pensionamento, perdita del lavoro, trasloco) lo stress cronico, abuso di alcol e di droghe. 
Si ipotizza che alla base della depressione entri in gioco una ridotta attività delle "vie di comunicazione" del nostro cervello. In particolare le vie carenti riguardano il funzionamento dei neuroni che usano la serotonina e la noradrenalina. Queste sostanze sono neurotrasmettitori fondamentali per il controllo dell' ansia, del tono dell' umore e dell'attenzione.


Quali terapie posso scegliere per gestire e superare la Depressione? 

E' necessario rivolgersi ad uno specialista non appena ci si rende conto di subire un cambiamento rispetto al proprio comportamento o modo di pensare. Si può affrontare la depressione con un adeguato supporto farmacologico e psicoterapeutico.
Per il supporto farmacologico è necessario rivolgersi al proprio medico o allo specialista nella gestione del farmaco come lo psichiatra.
Fra le diverse forme di psicoterapia, la Terapia Cognitivo Comportamentale è la forma di psicoterapia più studiata e applicata alla depressione con i maggiori risultati già a partire dagli anni ’70.  La prima formulazione del modello cognitivo della depressione risale a Beck.
Secondo la terapia cognitivo-comportamentale ciò che mantiene le persone in stato depressivo è il modo in cui esse guardano il mondo. L’obiettivo della terapia è identificare e modificare i modi di pensiero negativi e i comportamenti che mantengono le persone in stato depressivo. Beck chiamò il flusso ideativo pensieri automatici negativi e li considerò uno dei sintomi principali del disturbo depressivo. Registrando tali pensieri Beck capì alcune loro caratteristiche: si presentano in modo automatico, involontario e in forma abbreviata. Possono essere singole parole, immagini o frasi coerenti con lo stato affettivo del momento. I contenuti di tali pensieri nel paziente depresso sono negativi, con contenuti di fallimento, autocritica, insuccesso, incapacità e non amabilità. Attraverso l’analisi dei pensieri automatici negativi si evince il tema della perdita valutata e sentita come irreversibile e irreparabile.




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