lunedì 10 gennaio 2011

Ipocondria: ansia legata allo stato di salute

Definizione

Secondo il DSM IV, l’ipocondria risulta classificata fra i disturbi somatoformi come “la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una malattia grave, basate sull’erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto”; la durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi.
L’ipocondria  possiede alcuni aspetti in comune con i disturbi d’ansia come, per esempio,  il panico.
Sia nell’ipocondria (ansia per lo stato di salute) che nell’attacco di panico, si parte dalla credenza erronea, causata da un’interpretazione erronea dei segni o sintomi fisici, di avere una grave patologia o di stare per svilupparla, nonostante indagini mediche accurate non abbiano riscontrato alcuna patologia. I pazienti con ansia per lo stato di salute si aspettano che la catastrofe non sia imminente, mentre i pazienti con attacchi di panico vivono la catastrofe come imminente.


Modello cognitivo
Secondo il modello cognitivo (Salkovskis e Warwick, 1989,1990) il disturbo si manifesta quando avvenimenti critici attivano convinzioni disfunzionali relative a temi del benessere.
L’evento critico coincide con l’insorgenza di sintomi somatici non previsti, con la morte di un parente o con l’esposizione ad informazioni che riguardino patologie mediche.  Una volta attivate convinzioni disfunzionali circa il benessere, si presentano false interpretazioni dei sintomi fisici come indici di gravi patologie espresse sotto forma di pensieri automatici negativi .
Esempio: dolore al petto               ho un grave problema cardiaco

Fattori di mantenimento delle preoccupazioni:
I fattori che mantengono il disturbo sono:

ü  continuo controllo del proprio corpo
ü   evitamento di situazioni ansiogene
ü   continua ricerca di rassicurazioni 



Trattamento
La terapia cognitiva nei confronti dell’ansia connessa allo stato di salute ha come obiettivo spostare l’attenzione del paziente dal sintomo fisico ai comportamenti ed ai pensieri ad esso associati.
Il lavoro si basa sul  verificare la credenza del paziente, quando è possibile, attraverso esperimenti comportamentali. Tali esperimenti hanno il  fine di indebolire le previsioni iniziali e raccogliere nuove evidenze a favore di un modello alternativo, favorendo comportamenti opposti a quelli protettivi e di evitamento.
È utile che il paziente individui gli errori di pensiero relativi allo stato di salute (es. errore di pensiero: “drammatizzazione”) e, insieme al terapeuta, porti avanti una riattribuzione verbale per produrre sia interpretazioni alternative più realistiche sia prove a supporto di una spiegazione psicologica del proprio problema (Wells, 1999).




Dott.ssa Dafne Guandalini

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