lunedì 29 maggio 2017

STRESS

Capita spesso di sentirsi dire da amici e parenti  "tu sei stressata" quando si riferisce di non stare bene e di avere  mal di stomaco, dolori intestinali, tachicardia, insonnia, poca voglia di lavorare e così via. 

Ma cos'è lo stress e come si correla con queste manifestazioni?
Lo stress è una risposta psicofisica naturale e in alcuni casi ha la funzione benefica di attivare risorse e guidarci alla risoluzione di problemi. In questo caso lo stress è positivo e lo stimolo esterno è percepito come affrontabile e gestibile dalla persona. per esempio una promozione sul posto di lavoro.
ci sono però anche  stressor  nocivi  che determinano un’attivazione eccessiva dell'organismo così da comprometterne il buon funzionamento e le difese immunitarie.
Le manifestazioni somatiche ed emotive di disagio che ne conseguono vanno interpretate come un  tentativo  di  adattamento della persona a eventi esterni percepiti come eccessivi. 

Gli eventi   stressanti per la maggior parte delle persone possono essere  sia eventi piacevoli come il matrimonio, la nascita di un figlio o un nuovo lavoro, sia quelli spiacevoli come la morte di una persona cara, una separazione o il pensionamento. Ma in ogni caso è tutto soggettivo e dipendente dalle caratteristiche della persona in quel momento della sua vita.
Possiamo identificare come fonti frequenti di stress anche alcuni fattori fisici: il freddo o il caldo intensi, l’abuso di alcol o il fumo, ma anche serie limitazioni nei movimenti. Esistono inoltre fattori ambientali che ci espongono al rischio di stress, pensiamo ad esempio alla mancanza di un’abitazione, agli ambienti molto rumorosi, a livelli di inquinamento elevati. Ricordiamo, infine, le malattie organiche e i cataclismi.

Il primo a parlare di stress fu Selye, medico austriaco,  nel 1956 in " The stress of life"  identificandolo  come una Sindrome Generale di adattamento definita  da 

"risposte aspecifice dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso (Selye, 1976)".
La sindrome si evolve in tre fasi:
  1. Allarme: l'organismo risponde alle richieste dell'ambiente con meccanismi  di fronteggiamento sia fisici che mentali. Ad esempio con l'aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna o del tono muscolare.
  2. Resistenza: il corpo combatte per contrastare gli effetti negativi dell'affaticamento prolungato
  3. Esaurimento: se le sollecitazioni sono prolungate nel tempo, la persona subirà conseguenze sia a livello fisico che psichico. Le manifestazioni di malessere comuni sono  ansia, panico, depressioni.

Quali soluzioni adottare?



Innanzitutto è fondamentale saper riconoscere lo stress e  quale fase stiamo vivendo. Questo lavoro può richiedere un aiuto psicologico per elaborare vissuti emotivi negativi  e apprendere alcune strategie che ci permettano di fare un passo indietro e non essere travolti da ciò che accade, ad esempio praticando tecniche di rilassamento. Come per esempio il training autogeno.





Dottoressa Dafne Guandalini
Psicologa Psicoterapeuta
Ricevo ad Assemini Piazza della Conciliazione 3

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