martedì 19 aprile 2011

Genitori e figli



Genitori e figli






Guardando questo trailer, risulta evidente  quanto è difficile fare il genitore, e quante volte, molti anni fa, era difficile per noi essere un figlio con dei genitori, che magari ci negavano tutto, che non capivano le nostre esigenze e desideri perché non in sintonia con la loro volontà.
Ora, siete voi i genitori e le situazioni difficili da “affrontare” ora sono discutere con vostro  figlio/a  scelte che, ai vostri occhi, appaiono sbagliate, non razionali, e ingenue.
I due mondi sono lontani, ma è assolutamente vero che non  potranno mai incontrarsi?
Vostro figlio fuma hashish, che fate? Vostra figlia frequenta un ragazzo che non vi piace, che fate?
Che senso ha regalargli l'i-phone se la pagella è un bollettino di guerra?
Che senso ha non premiarlo mai se fa comunque del suo meglio? 
Un genitore può pensare "fa quello che è tenuto a fare e perciò non va premiato: nessuno mi premia quando vado a lavoro".  Con gli occhi dell'adolescente questo ragionamento è sbagliato su tutti i fronti per vari motivi:
1) papà fa il suo dovere, lavora, ma in cambio ha uno stipendio e può togliersi tutti gli sfizi che vuole.
2) Io studio, non mi da niente in cambio, nè vengo valorizzato. Chi me lo fa fare studiare?
 A questo punto il padre penserà "io lo stipendio me lo sudo 8 ore al giorno, e tu cosa fai?" (comunicazione che fa leva sui sensi di colpa)
E il figlio penserà "se lavorassi in un bar, so io cosa mi comprerei con tutti quei soldi".
Il padre dira "studia, perchè io non ho potuto quando avevo la tua età"
Il figlio dirà "mica sono stupido, se studio non ottengo nulla, se lavoro mi compro tutto quello che ho sempre desiderato!".
Come potete vedere questa diatriba tra padre e figlio non lavora su un piano razionale, ma piuttosto su 2 livelli: il padre è orientato al futuro, "studia così in un futuro avrai più carte nel mazzo", mentre il figlio è orientato al presente "se studio, cosa mi entra ora? Cosa farò questo sabato senza soldi?". Parlando due lingue diverse avverrà una cosa sola, che ciascuno resterà sulle proprie posizioni che diventeranno sempre più distanti. I due non comunicano in modo efficace, perchè non si ascoltano attivamente.
A questo punto il ruolo più difficile sarà quello del genitore, che dovrà cercare una comunicazione efficace con il proprio figlio al fine di non raggiungere una rottura totale. Ma come fare? 
Il  genitore dovrà ricordare che alla base di ogni buona comunicazione c’è sempre la capacità di saper ascoltare. Il genitore dovrà diventare un “buon ascoltatore”, un “ascoltatore attivo” per comunicare efficacemente con il proprio figlio.  Per comunicare efficacemente possiamo delineare cinque elementi chiave che risultano utili anche per migliorare la comunicazione con nostro figlio:
1.      prestare attenzione – quando qualcuno, cioè nostro figlio, ci parla è opportuno pestargli la massima attenzione, così da recepirne al massimo il messaggio; è quindi fondamentale guardare l’interlocutore in viso senza farsi distrarre dai nostri  pensieri o da altri fattori esterni;
2.      mostrare apertamente che si sta ascoltando – quando nostro figlio ci sta parlando è necessario dare dei segnali che comunichino che stiamo prestando ascolto.  Si può usare il linguaggio del corpo: per esempio annuire con la testa di tanto in tanto, sorridere ed usare altre espressioni facciali, assumere una postura aperta, incoraggiare  chi parla a continuare con piccoli cenni verbali (“si”, “uh huh”); tutto ciò farà sì che l’interlocutore si senta ascoltato;
3.      fornire informazioni di ritorno all’interlocutore – quando nostro figlio parla i nostri pensieri potrebbero distorcere quello che ci sta dicendo, perciò sarebbe opportuno fare domande che possano chiarire alcuni punti (“Che cosa intendi dire…” “Vuoi dire che…”); inoltre è opportuno riassumere periodicamente le sue affermazioni, dando la conferma dell’ascolto, oltre che ridurre la probabilità di un’errata interpretazione di ciò che è stato detto;
4.      rinviare a dopo i propri giudizi – sarebbe opportuno far terminare il discorso all’interlocutore, per evitare fraintendimenti e incomprensioni. Quindi si sospende il giudizio finché l’interlocutore non terminerà il suo discorso.
5.      rispondere in maniera appropriata alle circostanze – il rispetto e la comprensione sono due elementi fondamentali dell’ascolto attivo. 

Per i genitori è fondamentale apprendere le basi di una comunicazione efficace con i propri figli, perché gioverà a se stessi e ai I figli, che  impareranno le modalità comunicative dai loro genitori.
Una buona comunicazione fra genitori e figli permetterà ai figli la costruzione di un sé positivo, al contrario una comunicazione inefficace darà ai figli impressione di essere incompresi e non ascoltati,  con la conseguente convinzione di essere persone poco importanti.  Una comunicazione efficace migliora il rapporto genitori figli , perché i figli sentono di essere ascoltati e quindi di essere persone importanti.
Una comunicazione efficace fra genitori e figli permette l’instaurarsi di un’ atmosfera positiva nella quale  i figli sono più propensi ad aprirsi e confidarsi.

Il compito del genitore è un compito difficile e  pieno di sfaccettature. La capacità di ascolto attivo e quindi di comunicazione efficace si può apprendere ed è bene che venga utilizzata con i propri figli fin da quando sono molto piccoli.
Nel prossimo articolo parlerò dell’educazione all’emozioni con i propri figli ,
Un caro saluto,
Dott.ssa Dafne Guandalini
  


Nessun commento:

Posta un commento