Dormire rappresenta un attività essenziale e fondamentale per il nostro organismo quanto il mangiare e bere.
Durante il sonno si verificano una serie di processi fisici che, determinano un rallentamento di tutte le attività del corpo e del cervello, permettendo all'intero organismo di riposare. La mancanza di riposo cronica, oltre a ridurre le difese immunitarie, produce conseguenze negative sulla concentrazione, sulla capacità di decisione e sull'efficienza.
Ma cos’è il SONNO?
È uno stato dell’organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli esterni e da uno stato di coscienza modificato.
Il sonno è definito come uno stato di riposo contrapposto alla veglia. In realtà questa definizione, come altre definizioni che si possono trovare su vari dizionari (periodica sospensione dello stato di coscienza durante la quale l'organismo recupera energia; stato di riposo fisico e psichico, caratterizzato dalla sospensione, completa o parziale, della coscienza e della volontà, dal rallentamento delle funzioni neurovegetative e dall'interruzione parziale dei rapporti sensomotori del soggetto con l'ambiente, indispensabile per il ristoro dell'organismo) non è completamente vera. Come la veglia, infatti, il sonno è un processo fisiologico attivo che coinvolge l'interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale ed autonomo. (Tratto da Wikipedia).
Il sonno si instaura periodicamente regolato dai ritmi circadiani influenzati dal ciclo luce/oscurità.
Ognuno di noi ha un tipo di sonno, infatti le persone possono essere suddivise in due categorie:
§ Gufi (tipo serale)
§ Allodole (tipo mattutino)
Quando la regolazione sonno veglia viene alterato?
Escludendo patologie mediche (patologie endocrine, cardiologiche, neurologiche, etc.) e l’utilizzo di farmaci, lo STRESS e la SOFFERENZA EMOTIVA possono alterare questo ciclo comportando un’iperattivazione appena prima di recarsi a dormire.
Ma anche lo stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, orari di sonno) possono modificare il ciclo
sonno /veglia.
Il bisogno di sonno di un uomo adulto in media è di circa 7-8 ore. Le condizioni attuali di vita spesso non permettono di soddisfare le individuali esigenze di sonno.
È dimostrato (Bonnet, 2000), che la deprivazione di sonno incide sulla qualità di vita, sulle funzioni cognitive e determina una sensazione crescente di sonnolenza e desiderio di dormire.
Cos’è l’ insonnia?
Fra i vari disturbi del sonno abbiamo l’insonnia. Si può parlare di insonnia quando l’effettiva deprivazione di sonno comporta danni a livello fisiologico (problemi gastroenterici, cefalea, respiratori) e cognitivo/psicologico (dimenticanze, disforia, irritabilità).
È importante valutare la presenza di depressione e ansia, poiché rappresentano fattori predisponenti all’insonnia. Fra le varie cause abbiamo lo stress e l’uso di sostanze.
Come si può curare? Trattamento Cognitivo Comportamentale
L’obiettivo principale è modificare atteggiamenti e credenze riguardo il sonno per ridurre lo stato di vigilanza emotiva che ostacola il sonno.
Le principali credenze sulle quali si lavorerà sono:
ü aspettative irrealistiche sulla necessità di sonno
ü convinzioni errate sul disturbo del sonno
ü false attribuzioni sulle cause dell’insonnia
ü attribuzioni erronee rispetto ai deficit diurni
Il trattamento prosegue con un programma che riguarderà l’igiene del sonno: ciò si lavorerà su quali comportamenti potenziare nelle ore notturne per favorire il sonno e quali invece eliminare. Risulta fondamentale per una buona igiene del sonno rispettare norme ambientali, dietetiche e comportamentali.
Per contribuire a migliorare il sonno sono fondamentali tecniche di rilassamento che consentono la disattivazione fisiologica e cognitiva. Il rilassamento dovrebbe avere luogo almeno 60 - 90 minuti prima dell’addormentamento in modo da distaccarsi gradualmente dalle attività della giornata.