sabato 4 marzo 2017

Ascoltare la musica per stare bene



Capita spesso di sentirsi insoddisfatti rispetto ai risultati ottenuti nella vita quotidiana o di perdere l'entusiasmo e la motivazione nel realizzare i propri sogni e desideri.  Si smette di essere attivi e lo stress, l'ansia e la tristezza prendono il sopravvento.

Anche la stima di diminuisce e aumenta l'incertezza sul da farsi.

Quale può essere un metodo di auto aiuto  efficace per darci forza ogni giorno e gestire le difficoltà della quotidianità?
La musica  può essere la risposta.  La musica influenza il nostro stato d'animo poiché le vibrazioni che quest’ultima rilascia arrivano dritte ai nostri sentimenti. A tutti sarà capitato di  rifugiarsi in un lettore mp3 o nel suonare uno strumento musicale in momenti tristi, stressanti o monotoni della propria vita. la  musica ha il potere di auto consolarci o alle volte viene utilizzata per mandare un messaggio a qualcuno che a parole non saremmo mai stati in grado di gestire, un po’ per paura, un po’ per timidezza.  
















Da un punto di vista fisiologico i suoni percepiti  vengono trasmessi dal canale uditivo al tronco cerebrale prima e poi alla corteccia uditiva primaria; gli impulsi viaggiano attraverso il circuito cerebrale sottocorticale nel sistema limbico, formato da strutture cerebrali che gestiscono le risposte fisiologiche agli stimoli emotivi.  La musica, cibo, sesso e droghe attivino tutti un sistema in comune con il rilascio di dopamina e l'attivazione del nucleo accumbens. 


Robert Zatorre, neuroscienziato cognitivista che lavora al Neurological Institute della Mcgill University di Montreal, sostiene che la "musica produce dopamina e dà piacere come quando si assumono sostanze stupefacenti. Gli effetti positivi sono gli stessi della droga, con la differenza che ascoltare un brano piacevole è un'esperienza positiva e non dannosa" (Nature Neuroscience).


È un dato di fatto che i lattanti rispondano meglio alle melodie piuttosto che al linguaggio verbale e che si rilassino ascoltando i suoni dolci. In particolare, i bimbi nati prematuri che soffrono di insonnia traggono benefici dal rumore del battito del cuore materno o dai suoni che lo imitano. 

In ambito medico la musica classica potrebbe  diventare parte integrante della chirurgia, grazie ad uno studio sul rilassamento di pazienti in anestesia locale. I pazienti che ascoltavano musica classica, e Frank Sinatra, durante piccoli interventi erano più rilassati. Sadideen, un chirurgo plastico, ha guidato un progetto al John Radcliffe Hospital di Oxford, in cui veniva fatta ascoltare musica durante piccoli interventi chirurgici. 


Hazim Sadideen si è così espresso: “Essere sottoposti a un intervento chirurgico può essere un’esperienza stressante per i pazienti e trovare il modo di alleggerire il disagio dovrebbe essere il nostro obiettivo come medici. Ci sono anche buone ragioni mediche: pazienti più tranquilli possono affrontare meglio il dolore e recuperare più velocemente. In questo lavoro su piccola scala è stato misurato per la prima volta l’impatto che ha la musica sui pazienti e suggerisce la necessità di una ricerca su un campione più ampio per stabilire se questa possa diventare parte di una pratica standard.”
Nello studio, pubblicato sulla rivista Annals of Royal College of Surgeons,  novantasei pazienti  sottoposti a piccoli interventi chirurgici sono stati “accompagnati” assegnandogli in modo casuale musica o silenzio. Tutti erano svegli durante le operazioni, che comprendevano rimozione di lesioni cutanee e pulizie delle ferite agli arti superiori dopo incidenti. Nella metà di quelli che avevano musica di sottofondo si sono rilevati  livelli di ansia e frequenza di respirazione più basse rispetto agli altri. Non è stata però valutata la qualità della musica, e cioè se Beethoven fosse meglio di Bach per esempio. 
Nella ricerca di Ferguson and Sheldon ( The Journal of Positive Psychology, 2013) i partecipanti che ascoltavano una composizione classica “felice” di Aaron Copland e cercavano attivamente di essere più felici, sentivano i loro stati d’animo migliorare rispetto a chi la ascoltava passivamente.
Quindi impegnarsi attivamente nell’ascolto della musica, piuttosto che ascoltare passivamente, può avere effetti benefici sull’umore.
Nel prossimo articolo alcuni suggerimenti musicali
Buon week end a tutti

Dott.ssa Dafne Guandalini,
psicologa psicoterapeuta
ricevo ad assemini piazza della conciliazione 3
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