lunedì 2 dicembre 2013

capricci a tavola: che fare?

Sempre più spesso mi è capitato di ricevere richieste d'aiuto da genitori che non sapevano più come comportarsi con i loro figli in momenti come il pranzo o la cena.
La situazione viene descritta dai genitori come  una "battaglia" con urla, lanci di forchette e cibo .  Un momento  di condivisione come il pranzo si trasforma nel peggiore dei momenti: sentimenti come agitazione e sensi di colpa intrappolano i genitori in dinamiche che spesso possono incrementare i "capricci" dei loro figli.
Ma come si può agire in questi momenti?

Innanzitutto  è bene ricordare che i bambini sono in via di sviluppo pertanto è necessario capire se quelli che si definiscono capricci non siano segno di un disagio fisico del bambino: è importante consultare in primis il pediatra. Poichè il bambino è un bambino, qualche capriccio è normale, però dobbiamo fare attenzione  quando il comportamento si presenta in modo sistematico durante ogni pasto.


L'alimentarsi è un comportamento  che si basa sulla percezione dei propri segnali fisici che ci avvertono che è il momento di assumere il cibo.
Capita spesso che se il bambino  non magia  il genitore  corra ai ripari cercando di distrarlo con TV, giochi. per esempio, tutti voi conoscerete il gioco dell'aereoplanino usato per far mangiare il bambino; fino a che punto è corretto utilizzare questo gioco? Il genitore che pretende che il bambino finisca tutto il cibo nel piatto, suggestionando il bambino unendo un gioco al cibo, perde di vista il bisogno del bambino anteponendo il proprio bisogno a quello reale del figlio. E' giusto costringere il proprio figlio a mangiare tutto? Tali strategie infatti renderanno passiva l'alimentazione  che dovrebbe essere attiva e autonoma in quanto basato sulla lettura di segnali fisici di fame o sazietà. Il bambino di fronte a tale strategie potrà apprendere a  mangiare passivamente senza sentire se è sazio o se ha fame oppure potrà sfidare il genitore e non mangiare. E' importante far sì che il bambino mantenga un comportamento consapevole rispetto al cibo; per ottenere ciò si potrebbe coinvolgere il bambino nella preparazione di qualche pietanza così da poter incrementare l'aspetto piacevole e sensoriale dell'alimentarsi.

E' importante non obbligare il bambino a mangiare, a meno che non ci siano cause mediche, in caso contrario il bambino perderebbe la sua consapevolezza rispetto ai segnali del corpo.

 Il momento del pasto deve essere un momento dedicato ad alimentarsi, quindi è fondamentale evitare distrazioni come TV, o giochi.  E' stato dimostrato che alimentarsi in modo distratto può portare ad eccedere nelle quantità di cibo. La TV può essere guardata in un momento diverso della giornata; è normale che se il bambino ha sempre mangiato con la TV accesa faccia i capricci se questa viene spenta.

Il cibo non può venire utilizzato come mezzo di scambio: " se mangi questo poi andiamo al parco". Alla fine anche in questo caso viene meno la consapevolezza rispetto ai segnali di fame e sazietà alla base dell'alimentarsi.
Per concludere è importante non allarmarsi subito per qualche capriccio ma valutare la situazione e se persiste consultare uno specialista. E' importante dare sane abitudini alimentari ricordandosi di essere un esempio per i figli.


Dr.ssa Guandalini

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